La psicologia nell'antichità

L'antichità Greca 

In Platone e in Aristotele, gli studi intorno alla psyché sono molto lontani da quelli esclusivamente rivolti al funzionamento mentale. Questi studi antichi sono piuttosto incentrati su un approccio globale all'uomo, che coinvolge il suo rapporto con il mondo naturale e sovrannaturale. 

Nel mondo omerico è possibile affermare che gli uomini fossero considerati come soggetti alle leggi del Fato e non come responsabili del proprio destino. Ma è con l'avvento della Tragedia Greca che invece si accentua sempre più l'interesse verso i tratti di personalità del singolo individuo, la sua vita interiore, la sua responsabilità ed intenzionalità. 

Con Euripide lo studio della vita interiore viene sempre più accentuato, i sentimenti contradditori si aggiudicano una posizione di rilievo e, a poco a poco, questi prendono il sopravvento sull'interesse verso la lotta tra uomini e Dei.



Dualismo platonico 

Platone si interessò alla natura dell'anima, contrapponendola al corpo (Psychè e Soma). Se esiste un pensiero psicologico rintracciabile in Platone, questo non può essere staccato da una dimensione metafisica. Egli considera infatti l'uomo come formato da un'anima immortale e un corpo mortale. Ma esiste per il filosofo anche un'anima mortale, quella corrispondente alle passioni più tumultuose dell'individuo. Ma la conoscenza è in Platone, inseparabile dalla morale. Egli parla ad esempio del sogno come intimamente connesso con il desiderio, affermando però che vi siano desideri necessari e desideri non necessari. Il fondamentale dualismo tra anima e corpo, è stato poi per l'occidente un incentivo allo sviluppo di una scienza fisica separata da argomentazioni di tipo metafisico. 



Aristotele

La fondamentale differenza tra Aristotele e Platone risiede nella concezione dell'anima, che Aristotele non concepisce come separata dal corpo, ma Anima e Corpo sono elementi inseparabili di un'unica sostanza. Aristotele distingue inoltre diversi tipi di anime, riconoscendo tra di esse una gerarchia: 

- Anima nutritiva o vegetativa: presente in tutti gli esseri viventi, presiede alle funzioni vitali elementari come quella di nutrimento 

- Anima sensitiva: presente in tutti gli animali, e corrispondente alle funzioni vegetative più sensibilità e movimento 

- Anima razionale: presente soltanto nell'uomo, corrisponde al ragionamento e alla volontà 

Anche le passioni sono oggetto di osservazione da parte di Aristotele, che le distingue in: ira, paura, odio, disprezzo, vergogna, indignazione, compassione. Esse vengono indicate come le cause per cui gli uomini possiedono differenti giudizi e da esse scaturiscono dolore e piacere. 

In qualche misura quindi, Aristotele può essere considerato l'antenato della psicofisiologia, in quanto si sofferma sull'analisi di aspetti legati in senso generale alla biologia e agli organi di senso. 



Ippocrate e lo sviluppo della medicina

Vediamo invece la tradizione medica. Ippocrate fu allievo di Alcmeone e Democrito. Il Corpus Hippocraticum viene considerato come l'atto fondativo della medicina scientifica.  Al centro della visione ippocratica intorno alla salute e alla malattia si trovava la teoria degli umori: nel corpo umano erano presenti quattro umori, il sangue, il flegma, la bile gialla e la bile nera. La salute era il derivato dal giusto equilibrio della quantità degli umori e delle qualità che li accompagnavano (caldo, freddo, secco, umido). Ogni essere umano si distingueva per la prevalenza di uno dei quattro umori nel proprio corpo, la quale formava il temperamento. Così si distinguevano il carattere sanguigno, il flemmatico, il bilioso e il melanconico. Le malattie mentali, secondo la teoria degli umori, dipendevano dalla modalità con cui il cervello poteva essere condizionato dagli umori stessi. Questo perché il cervello era l'unica fonte dei piaceri e delle gioie come dei dispiaceri e dei dolori. Quindi l'eccesso di calore o di freddo, di secchezza o di umidità nello stesso organo determinava alterazioni del comportamento normale tra i quali l'insonnia, la distrazione, gli stati ansiosi, gli atti contrari alle abitudini. La psicopatologia poteva essere ricondotta all'eccesso di bile o flegma. Secondo Ippocrate quindi non solo le malattie del corpo ma anche quelle della mente, avevano un'origine fisica. La scuola ippocratica quindi conduceva all'identificazione della natura umana con il suo corpo. Questo favorì si lo sviluppo della medicina, ma condizionò il possibile sviluppo della psicoterapia moderna, fino a tempi molto recenti.


 

Il cinismo

Tre scuole filosofiche greche erano rivolte specificamente alla cura della condizione esistenziale umana, ed erano basate sull'adozione di un determinato stile di vita. Le tre scuole in questione sono il Cinismo, lo Stoicismo e l'Epicureismo. 

Il Cinismo nacque dall'insegnamento di Antistene (ca. 445-365 a.C.), che fu a sua volta discepolo di Socrate. Questa scuola filosofica ebbe un buon seguito sia nella Grecia classica ed ellenistica che nella Roma repubblicana e imperiale. L'esponente più noto della scuola fu Diogene di Sinope (ca. 412-321 a.C.). 

Le caratteristiche del cinismo:

  • l'obiettivo era la felicità umana 
  • mezzi per raggiungere la felicità umana erano l'ascesi corporale, praticata attraverso i ponoi. Questi erano esercizi di astinenza e di esposizione a privazioni estreme che avevano come scopo quello di mettere l'individuo in condizione di sopportare senza sforzo un'esistenza grama, in caso di necessità. 
  • la felicità poteva essere raggiunta attraverso il disprezzo del piacere. In questo modo l'individuo diventava in grado di superare anche le circostanze più avverse.


Lo Stoicismo 

Con lo stoicismo si torna invece ad una dimensione interiore dell'uomo. Questo movimento filosofico dura diversi secoli, dalla Grecia antica all'Impero romano, e influenza profondamente il pensiero dell'Occidente. Nello stoicismo assume sempre più importanza il concetto di dominio di sé, ovvero il dominio delle proprie passioni, in quanto unica via verso la libertà. Conoscersi nel profondo e controllare le passioni rappresentano uno degli aspetti principali del pensiero stoico. 

L'anima secondo gli stoici è materiale come tutto ciò che esiste, e in quanto parte del corpo essa agisce. Inoltre, deve portare a termine l'atto conoscitivo, cioè è l'unica che può portare l'individuo a conoscere la realtà grazie al suo assenso. Questo atto di riconoscimento è assolutamente libero. 


L'epicureismo 

Anche Epicuro fondò ad Atene (nel 306 a.C.) la scuola filosofica dalla quale si diffuse l'epicureismo. La scuola era il Giardino. I membri di questa scuola non apprendevano solamente una dottrina, ma vivevano insieme, si dedicavano insieme alla filosofia, erano legati da amicizia e solidarietà. La scuola di Epicuro presentava quindi evidentemente delle analogie con le comunità religiose o esoteriche. 

Caratteristiche della filosofia di Epicuro: 

  • l'uomo era posto nella condizione di vivere serenamente
  • l'uomo veniva affrancato dalle preoccupazioni 

Il bilancio tra il piacere e il dolore pendeva a favore del primo qualora l'essere umano avesse appreso a distinguere la natura dei desideri: "Dei desideri alcuni sono naturali e necessari, altri naturali ma non necessari, altri poi né naturali né necessari, ma nascono da vana opinione" (Ratae Sentientiae). 

Il saggio si doveva orientare sui desideri naturali e necessari, non disprezzando ma non cercando attivamente quelli naturali ma non necessari, e rifuggendo del tutto quelli non naturali e non necessari. In questo senso per ottenere il piacere bastava l'assenza del dolore.



Piccola riflessione sul pensiero Agostiniano

Adesso facciamo un passo avanti nel tempo. 

In Sant'Agostino è possibile rintracciare una riflessione sulla memoria che appare come l'antenato degli studi di Freud sull'inconscio. Discendere in se stessi per ritrovare i ricordi più antichi è una parte fondamentale del pensiero agostiniano. Egli si accorge riscoprendo il suo passato, delle capacità straordinarie della memoria, la quale tiene in sé delle conoscenze che il pensiero possiede ma senza esserne consapevole. 

Sant'Agostino ha quindi ereditato l'attitudine stoica al raccoglimento in sé, ma ha anche introdotto il concetto di "Io" nei ragionamenti filosofici; è infatti con lui che l'uomo si identifica con la propria anima e si separa dal cosmo. Vi è per cui uno sviluppo della dimensione interiore e dell'individualismo, entrambi essenziali per la nascita di una disciplina incentrata sullo studio profondo di sé.



Slides mappe concettuali:








Bibliografia 
Pewzner, E. Braunstein, J. Storia della psicologia, 2001, Piccola Biblioteca Einaudi 


Commenti