La psicologia sperimentale
In questo articolo vengono presentati due autori che si occuparono di Psicologia sperimentale in Italia, e che realizzarono ricerche nell'ambito della psicofisica, della psicofisiologia, della psicologia giudiziara, dell'educazione e del lavoro. I due autori sono Giulio Cesare Ferrari (1867-1932) e Federico Kiesow (1858-1940). Viene inoltre presentato Cesare Colucci (1856-1942), psicologo italiano che lavorò sia in ambito clinico che scientifico.
Cesare Colucci
Cesare Colucci (1865-1942) è stato uno psicologo italiano.
Laureatosi in Medicina a Napoli e specializzatosi in neuropatologia, Colucci svolse ricerche psichiatriche e psicologiche. Lavorò sia in ambito clinico presso il Manicomio provinciale di Napoli, sia in ambito scientifico presso la Clinica psichiatrica dell'Università di Napoli. Nel 1895 venne nominato medico ordinario presso la clinica psichiatrica dell'Università di Napoli dove fu poi nominato nel 1899 professore parificato di psichiatria e neuropatologia. Nel 1902 gli venne assegnato l'insegnamento di psicologia sperimentale presso la Facoltà di medicina e, nel 1910 ottenne la cattedra di psicologia pedagogica presso la Facoltà di filosofia.
Colucci volle ridurre la psicologia scientifica a psicofisiologia e insegnò per più di trent'anni Psicologia sperimentale nell'Università di Napoli. Egli fu tra i primi ad aderire alla Società italiana di Psicologia (S.I.P.) costituita nel 1910, e collaborò alla nascita delle maggiori riviste di psicologia nei primi anni del novecento, come la Rivista di Psicologia e Psiche.
Le ricerche nel filone organicista
Tra i suoi studi più rilevanti vi sono quelli relativi al linguaggio e alle attività sensoriali. Le sue ricerche si inserirono nel filone organicista, influenzato dal suo maestro Leonardo Bianchi, neurologo, psichiatra, politico e accademico italiano, con il quale collaborò sia in ambito clinico che scientifico.
Era sua opinione che per comprendere il funzionamento della mente, essa andasse studiata sia in condizioni di malattia che di normalità, e condusse ricerche specialistiche di psicofisiologia, soprattutto sulla visione, utilizzano strumenti come il dinamometro, l'ergografo e lo sfigmografo.
Giulio Cesare Ferrari
Si laureò in Medicina e diventò assistente nel Frenocomio San Lazzaro di Reggio Emilia diretto da Tamburini. In seguito si recò presso il laboratorio di Binet a Parigi, così che, una volta tornato a Reggio Emilia, trasformò la piccola sezione di studi psicometrici aperta da Tamburini e da Buccola, in un vero e proprio laboratorio di psicologia sperimentale ispirato al laboratorio binetiano. Entrò in contatto con William James e curò la traduzione italiana dei Principles of Psychology.
La psicopatologia infantile e la psicopedagogia
Divenne poi direttore dell’istituto medico-pedagogico per frenastenici a Bologna, diventando così uno dei maggiori esponenti della psicopatologia infantile e di psicopedagogia assieme a De Sanctis, Montessori e Montesano.
Fu esponente della stagione del pragmatismo italiano, e fondò e diresse la Rivista di Psicologia applicata alla Pedagogia ed alla Psicopatologia. Cominciò anche a tenere corsi di psicologia presso l’Università di Bologna e ottenne la libera docenza per la disciplina. A Imola dette vita a una Colonia libera per deficienti gravi e giovani criminali.
Le ricerche di psicofisica e psicofisiologia
Ferrari si dedicò a ricerche di psicofisica e psicofisiologia, e, sotto l'influenza di Binet e James, rivolse la sua attenzione alle funzioni psichiche "superiori" come il pensiero, la memoria, l'attenzione, l'emozione, la volontà, utilizzando e adattando i test del francese, ma impiegandoli anche sui malati di mente. Lo studio dei processi mentali mediante l’uso di test era una grande novità nel panorama psicologico italiano.
Il pragmatismo
Ferrari sul piano teorico condivideva la posizione dei pragmatisti, che volevano superare le opposte dottrine dei positivisti e dei neoidealisti, ed era anche in sintonia con le tesi di James, il quale proponeva di indagare lo stream of consciousness, cioè il processo psichico di per sé, analizzando le funzioni mentali che l’individuo usa per adattarsi all’ambiente, e ponendo l’attenzione sull'utilità pratica.
La psicologia secondo Ferrari doveva essere in grado di studiare fenomeni psichici complessi, sia normali sia patologici, non riducibili a componenti elementari secondo un modello meccanicistico-associazionistico, ma interpretabili come funzioni da indagare nel loro divenire e nelle loro relazioni con l’ambiente.
I mental tests
Ferrari volle affrontare la malattia mentale non semplicemente riducendola a fenomeni neuropatologici e a classificazioni astratte, ma soprattutto con una focalizzazione dell’attenzione sul singolo paziente considerato nella sua individualità, nella sua storia e nella sua relazione con il medico.
La possibilità di utilizzare mental tests, permetteva di:
- Studiare i processi psichici "superiori"
- Sviluppare studi di psicologia applicata che potevano essere di utilità pratica secondo le intenzioni dei pragmatisti.
Ferrari impostò quindi ricerche di psicologia giudiziaria con indagini sulla criminalità giovanile, di psicologia dell’educazione, lavorando con i cosiddetti “deficienti”, e di psicologia del lavoro.
Federico Kiesow
Federico Kiesow (1858-1940) fu uno psicologo tedesco vissuto a lungo in Italia.
L'impostazione wundtiana
Studiò e lavorò a Lipsia con Wundt, Kiesow portò in Italia la psicologia di Wundt e, seguendo le orme del maestro, realizzò una serie di esperimenti sulla sensazione gustativa, tattile, termica e dolorifica, sui tempi di reazione, sulle sensazioni e illusioni ottiche. Per queste ricerche utilizzò i metodi e l'impostazione elementista wundtiana , utilizzando gli strumenti del laboratorio di fisiologia dell'Istituto di Fisiologia di Torino, nel quale, dopo aver vinto la cattedra nel 1905, aveva organizzato un attrezzato e autonomo Istituto e Laboratorio di Psicologia. Quando andò in pensione nel 1933 la sua cattedra non fu però più messa a concorso. Tra gli strumenti utilizzati nel laboratorio vi erano il pletismografo, lo sfigmomanometro, l'ergografo di Mosso, e anche alcuni strumenti che inventò egli stesso, come l'estesiometro, per misurare la sensibilità cutanea.
Gli studi sulla sensazione
Seguendo l'elementismo della scuola di Lipsia, Kiesow scompose la complessa sensazione di "sapore" nei suoi elementi semplici: amaro, dolce, salato e acido. Fornì così un primo quadro delle "zone geusiche", attraverso la localizzazione di ciascuno di questi elementi in una specifica parte della lingua e del palato:
- il dolce viene percepito particolarmente sulla punta della lingua
- l'amaro viene percepito sulla base della lingua
- l'acido viene percepito sui bordi della lingua
- il salato viene percepito particolarmente sulla punta e sui bordi della lingua
Alcune opere degli autori
Bibliografia
Cimino G., & Dazzi N. (A cura di) La psicologia in Italia: i protagonisti e i problemi scientifici, filosofici e istituzionali (1870-1945), Milano: Led.
Dazzi, N., Lombardo, G.P. Le origini della psicologia italiana. Bologna: Il Mulino.
Cimino C. Foschi R. Percorsi di storia della psicologia italiana, Edizioni Kappa, 2015
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