Edith Jacobson

Edith Jacobson è stata una psicoanalista statunitense. Con la Jacobson vennero ripresi gli aspetti del dualismo pulsionale e lo sviluppo stadiale( stato di indifferenziazione iniziale e poi differenziazione), ma in più lei si concentrò sugli spostamenti della pulsione libidica e di morte e su come l'individuo orienta queste diverse spinte pulsionali. La psicoanalista si trovò inoltre in linea di continuità con Hartmann, aggiungendo elementi in più, inoltre previde che la patologia emerge ad un certo punto dello sviluppo che in partenza è normale, in cui l'individuo smette di progredire. 

Anche la Mahler era in accordo sul fatto che vi fosse uno sviluppo inizialmente normale con in seguito la regressione. Per Anna Freud invece, la stessa regressione era vista in un'ottica di salute e di funzionalità dello sviluppo (anche se con la possibilità di fissazione).


Elementi nuovi della Jacobson

  • aver spiegato quando le funzioni iniziano a differenziarsi
  • come le pulsioni vengono introiettate e perché 
  • il senso del diverso destino delle pulsioni.

Durante i primi sei mesi di vita il bambino acquisisce esperienze e comincia ad essere in grado di orientarsi verso l'esterno. Comincia quindi a trovare canali preferenziali verso cui orientarsi per scaricare le tensioni all'esterno.

Le strutture primarie dell'io si stanno staccando per diventare funzioni autonome (dall'Es), e viene meno anche la situazione 'perfetta' dello stato intrauterino=> a questo punto il bambino inizia a subire le prime frustrazioni e a differenziare le sue pulsioni.(es. Soddisfazioni non più immediate).Quando si vive un momento di FRUSTRAZIONE si è in grado di differenziare le proprie pulsioni.

In un'ottica di funzionamento e di equilibrio omeostatico la frustrazione è finalizzata alla ricerca del piacere.

Il bambino inizia poi a sviluppare condotte di tipo aggressivo e a distinguere tra piacere e dispiacere.

[Anche per la Klein con la frustrazione aumenta per esempio la ricerca del seno, ma ora con la Jacobson abbiamo la novità che le pulsioni inizialmente sono fuse e che la loro differenziazione accompagna quella fisica con lo scambio verso l'esterno]

Oltre a differenziare le pulsioni in piacevoli e spiacevoli, libidiche e aggressive, devono anche differenziarsi gli oggetti verso cui orientarle.

L'organismo è orientato verso l'equilibrio omeostatico, e per questo vi sono pulsioni che fluiscono verso l'interno (pulsioni piacevoli) e pulsioni che fluiscono verso l'esterno(pulsioni aggressive).

Il bambino non è ancora differenziato completamente dall'esterno, sta iniziando a differenziarsi.

L'obiettivo del bambino è quello di tornare ad uno STATO OMEOSTATICO intrauterino.


Fase orale

Durante i primi sei mesi di vita il bambino in virtù dei processi maturativi e relazionali, delle aumentate capacità che inizia ad avere cognitivamente, comincia ad uscire dallo stato indifferenziato con l'esterno. La fase orale per la Jacobson rappresenta tutto quello che comporta lo scambio relazionale nell'ambito del nutrimento del bambino, ed ha a che fare con quanto l'altro accompagna, sostiene ed è responsivo nei confronti dei bisogni del bambino.

Seppur assumendo come background l'impostazione Freudiana, qui viene a costituirsi sempre più la presenza dell'altro.

Il modo in cui l'accudimento viene presentato al bambino comincia a fare la differenza.

Il bambino inizia a crearsi TRACCE MNEMONICHE di eventi piacevoli e spiacevoli, si tratta perciò di un CRESCERE della mente in RELAZIONE con l'esterno.

La fase orale ha a che fare con il rapporto con l'ambiente esterno e con l'oggetto. Questo rapporto si manifesta attraverso scambi fisiologici con la figura di accudimento, soprattutto legati alle modalità di nutrimento. 

Si formano due modalità di relazione:

a. libidica: caratterizzata da processi introiettivi e dalla ricerca della fusione con l'oggetto. Quando prevale la spinta pulsionale le dinamiche delle relazioni sono di tipo INCORPORATIVO=> incorporare i "lati positivi" della relazione (incorporazione).

b. aggressiva: caratterizzata da processi proiettivi, in cui l'esperienza negativa di sé si fonde con l'oggetto (il persecutore esterno). Con dinamiche di tipo ESPULSIVO vengono quindi attaccate all'altro le "pulsioni negative" (proiezione).

Nel primo semestre di vita la conquista del bambino consiste nella differenziazione del sé maturo e coeso.

Quando il bambino inizia ad accorgersi che esiste un esterno, anch'esso viene RAPPRESENTATO (Negativo-fuori/positivo-dentro).

L'interazione con l'altro che dà sensazioni piacevoli al bambino, gli permette di fondersi con quella parte positiva. 

Ma il dispiacere invece viene fatto fondere con l'esterno => oggetto buono introiettato e oggetto cattivo che sta fuori.

Si creano così due poli rappresentazionali ed esperenziali: 

a. In prevalenza di ricerca e desiderio di gratificazione, il bambino sperimenta le parti buone dell'oggetto come appartenenti a se stesso 

b. In prevalenza di frustrazione rabbia, il bambino non riconosce i propri sentimenti negativi come propri ma li sperimenta come parti integranti dell'immagine dell'oggetto. 


Le psicosi

Durante il primo anno il processo di differenziazione può essere ostacolato, e li la Jacobson individua il rischio psicopatologico.

C'è il rischio che il bambino si fonda con l'ambiente esterno, ed il bambino penserà di ESSERE quell'oggetto buono. Quando c'è aggressività e rabbia invece, il bambino li sente come appartenenti all'altro, non sue. 

Il bambino può INTROIETTATE TROPPO o NON RICONOSCERE LE SUE PARTI.

Il bambino può non riuscire a comprendere quali sono le sue parti e quali sono le parti dell'altro => difficoltà del bambino di riconoscersi e di riconoscere

Secondo la Jacobson in virtù di problemi non specificati che ARRESTANO l'evoluzione (senza addentrarsi sulle determinati dell'arresto) l'individuo rischia di rimanere FISSATO ad una fase di sviluppo che non gli permette di progredire.

Nella Jacobson c'è sia un aspetto pulsionale che di relazionalità.

In alcuni casi, se l'arresto è molto precoce non esiste un fuori, perché è inimmaginabile la separazione con l'ambiente esterno. Può portare alle psicosi gravi, alle psicosi autistiche e alla schizofrenia. In altri casi non si ha ancora del tutto completato la differenziazione e avviene una fusione con l'esterno data dall'intolleranza alla separazione. L'oggetto esterno viene incorporato e non si distingue tra il sé e l'oggetto (Qui siamo a livello del sé primitivo psicofisiologico).

 

L'esame di realtà

Più si va avanti con lo sviluppo più le patologie sono meno gravi perché si acquisiscono maggiori competenze. Tanto più si è avanti tanto più il rischio è meno grave qualora si verificasse un arresto evolutivo.

Ma, in ogni momento dello sviluppo evolutivo c'è sempre il rischio di un arresto (ad esempio a causa di un trauma). L'individuo può regredire anche da adulto grazie alla fantasia in presenza di condizioni molto difficoltose. => REGRESSIONE E NON ARRESTO EVOLUTIVO in questo caso.

La fusione viene fantasticata. (Ad esempio un divorzio, una separazione, la nascita di un figlio/ la fase depressiva del lutto è infatti funzionale per l'accettazione del lutto. Quando si perde qualcosa con cui ci si identifica si perdono anche parti di sé, perché si perde l'investimento di sé su quella cosa, e gli aspetti dell'altro che se pur riconosciuto come separato abbiamo fatto nostri) 

Può succedere in ogni momento in cui c'è bisogno di una RIORGANIZZAZIONE, per cui fisiologicamente può essere funzionale la disintegrazione della personalità per l'adattamento alla condizione di frustrazione => MA le regressioni non possono essere stazionali.

Ad esempio la meditazione rappresenta un modalità regressiva FUNZIONALE. Questo perché la regressione in senso ampio è un DINAMISMO all'interno delle linee evolutive (andare a togliere per trovare l'essenza, per questo la modalità di funzionamento della meditazione è anche regressiva, perché permette di tornare ad un funzionamento che permette di percepire ciò che è più essenziale).


Supporto genitoriale

Nel momento in cui il bambino si sente fuso con l'esterno diventa anche dipendente dall'esterno. Nel momento in cui regredisce potrebbe esserci o non esserci il supporto esterno per sostenerlo e riconoscere la criticità del momento che sta vivendo. Il genitore deve essere in grado di accettare le regressioni del bambino che dovrà fare 'rifornimento affettivo' => sensibilità genitoriale


Fantasie fusionali

I pazienti adulti si mettono nella condizione di negare la differenziazione psicologica e la perdita della relazione con l'oggetto idealizzato. Queste fantasie si manifestano finché non viene sperimentato un fallimento nella propria esperienza con l'oggetto idealizzato. 

 Quando si verifica il fallimento, il paziente oscilla tra: 

- il negare la propria dipendenza fusionale dall'oggetto idealizzato cercando di affermare la propria autonomia onnipotente dalle relazioni 

- esaltare la fusione, in modo da stabilire la propria sottomissione masochistica all'oggetto idealizzato


In assenza di condizioni traumatiche

In assenza di condizioni traumatiche le fasi di regressione vengono superate senza eccessive fusioni o idealizzazioni, gli oggetti vengono per cui percepiti per ciò che davvero sono nella loro realtà.

Le identificazioni avvengono con l'altro vero, con la sua vera essenza e arricchiscono l'io.

Rielaborazione della teoria classica delle pulsioni. 

La Jacobson cercò di conciliare la posizione di Freud con quella della Psicologia dell'Io, quindi propone un modello sia evolutivo che psicostrutturale. Le pulsioni infatti secondo la Jacobson non sono innate ma piuttosto sono delle potenzialità le cui caratteristiche si acquisiscono tramite le prime relazioni. Quindi, le pulsioni acquisiscono una natura libidica o aggressiva a seconda del tono emotivo alla base della relazione con la madre. Le esperienze di benessere portano alla strutturazione della pulsione libidica, mentre le esperienze frustranti e di malessere portano alla formazione della pulsione aggressiva. 


Il Sé

Edith Jacobson diede un grande contributo allo studio dei problemi legati all'identità in relazione all'esperienza della coerenza, della continuità e dell'unicità del Sé e ai suoi disturbi, chiarificando e ridefinendo molti concetti basici della teoria psicoanalitica come il narcisismo infantile, l'oralità, la distinzione tra Io e Sé, relazioni oggettuali. L'identità viene trovata nelle vicissitudini delle identificazioni e delle relazioni oggettuali. I fenomeni normali, nevrotici e psicotici sono comparati tra di loro e con le condizioni e gli eventi che si possono verificare negli stadi cruciali dello sviluppo. La patologia secondo la Jacobson deriva da deviazioni dallo sviluppo normale dell'identità. 

La Jacobson amplia il concetto di matrice indifferenziata, distinguendo tra Io, Sé e rappresentazioni del Sé. 

-      Io: struttura della mente che inizialmente è indifferenziata dall'Es. Ancora non è un Io strutturato che interagisce con il Super-io

-   Sé: senso di identità personale(non solo la spinta emozionale, motivazionale)=> la nostra compattezza e integrità come persone(come ci si rappresenta) 

- Rappresentazioni del Sé: rappresentazioni inconsce, preconsce e consce del Sé, le quali sono presenti nell'Io 

La Jacobson cominciò a considerare il rapporto che l'individuo aveva con la propria identità. Quando la Jacobson faceva riferimento alle rappresentazioni del sé faceva anche riferimento alle rappresentazioni inconsce che le persone hanno di loro stesse. 

Il sistema dell'Io nasce grazie alla scoperta degli oggetti e soprattutto grazie alla distinzione tra gli oggetti e il Sé. 

Il Sé è quindi un termine che serve per distinguere la persona dagli oggetti, ed è un'entità che si evolve con il rapporto con gli altri oggetti, in primis con la madre. 


Il sé primario psicofisiologico

Secondo la Jacobson non c'é la possibilità per il bambino quando è nel ventre di sapere che fuori c'è un oggetto(la madre).  Le pulsioni libidiche e aggressive sono indifferenziate ed incluse all'interno di una matrice "psicosomatica" che definisce il Sé primario psicofisiologico. 

Stadio progettuale di indifferenziazione=> non si ha la possibilità di differenziare le spinte pulsionali.

Il bambino può invece avere un senso di integrità fisica per allineare e raggiungere il suo stato di equilibrio omeostatico.

Essendoci questa indifferenziazione, le pulsioni che il bambino sperimenta sono tutte spinte sensoriali, endocrine e propriocettive che aiutano il bambino a raggiungere l'omeostasi.

Il Sé primario psicofisiologico è un'immagine primaria di sé costruita sulla base di sensazioni propriocettive ed affettive, le quali derivano dagli scambi comportamentali con l'ambiente intrauterino. Le tensioni pulsionali vengono quindi scaricate silenziosamente all'interno del corpo attraverso predefiniti canali fisiologici. 


La formazione del Super-io

Un altro aspetto interessante del lavoro della Jacobson è quello della formazione del Super-io. In accordo con Freud il Super-io viene considerato una entità funzionale che si instaura con la risoluzione del complesso edipico, la Jacobson aggiunge dettagli sullo sviluppo dei processi che portano alla formazione del Super-io e sulle caratteristiche stesse del Super-io. Secondo la Jacobson il Super-io determina anche l'umore e, nella sua strutturazione adulta, fornisce le indicazioni sugli standard morali tramite le identificazioni, e permette inoltre di gioire della sessualità adulta. 


Approccio della psicologia dell'io

Dinamiche intrapsichiche e dinamiche interpersonali vennero entrambe studiate dalla Jacobson. Queste contribuiscono a determinare il processo di differenziazione, il cui sviluppo avviene all'interno della sequenza evolutiva. 

La Jacobson comprese che se non c'è un'idea MOLTO precoce della consapevolezza dell'oggetto non potrebbe esserci l'intersoggettività. Quindi molta importanza fu data dalla Jacobson alla relazione con l'oggetto, in particolare al momento in cui l'individuo diventa consapevole dell'oggetto. 

 






Commenti