Dibattito tra psicologia filosofica e psicologia scientifica
Francesco De Sarlo e Antonio Aliotta furono due accademici italiani che rifletterono sul dibattito riguardante l'esistenza di una psicologia scientifica e una psicologia filosofica, nei primi decenni del XX secolo.
Francesco De Sarlo
Francesco De Sarlo (1864-1937) fu psicologo e filosofo italiano, attento al problema di una fondazione epistemologica della psicologia, influenzato in particolare dal pensiero di Franz Brentano. Si laureò in Medicina e in seguito frequentò il Frenocomio di Reggio Emilia. Si interessò allo studio del sogno, dell'ipnosi e dell'inconscio, sulla via della psychologie pathologique francese, e coltivò inoltre i suoi interessi filosofici fino ad ottenere nel 1900 la cattedra di filosofia teoretica presso l'istituto di Studi Superiori di Firenze. Fu a Firenze che frequentò i seminari tenuti da Franz Brentano presso la Biblioteca Filosofica.
Il laboratorio fiorentino
Nell'Università fiorentina fondò uno dei primi laboratori italiani di psicologia sperimentale, che fu un centro di ricerche con risultati significativi, inizialmente annesso alla Facoltà di Lettere e Filosofia. Tra gli allievi di De Sarlo ricordiamo in questa sede Antonio Aliotta (1881-1964) e Enzo Bonaventura (1891-1948).
La riflessione filosofico-epistemologica
Nella sua riflessione filosofico-epistemologica, De Sarlo si interessò del problema relativo ai rapporti tra scienza e filosofia. La prima sarebbe stata in grado di acquisire aspetti parziali e circoscritti della realtà, mentre la filosofia avrebbe svolto la funzione di sintesi superiore di tutte le conoscenze scientifiche. Essa avrebbe inoltre indicato alla scienza quale strada seguire, dandole cioè una direzione e un significato. La scienza e la filosofia sarebbero quindi risultate due discipline complementari, con due funzioni distinte.
Questa concezione complementare dei rapporti tra le due discipline, portò De Sarlo a distinguere tra:
- psicologia empirica e sperimentale: fondata sull'introspezione e l'analisi dei fatti psichici, caratterizzandosi per le ricerche di laboratorio psicofisiche e psicofisiologiche.
- psicologia dell'atto, o psicologia filosofica: fondata sulla necessità del concorso di un pensiero filosofico.
Lo "studio intenzionale dell'anima"
L'esperienza cosciente era secondo De Sarlo un complesso di funzioni o di atti che miravano a certi scopi, e la nostra esperienza era quella di una "durata", ovvero di un "flusso" e non di uno "stato stazionario nel tempo". Infatti non sarebbe stato sufficiente uno studio strutturale introspettivo dei fatti psichici e dei loro rapporti con i fenomeni fisiologici, ma piuttosto uno "studio intenzionale dell'anima", sulle orme di Brentano, ovvero un esame delle funzioni tendenti alla realizzazione di fini.
La coscienza in ultima analisi poteva essere analizzata non soltanto da un punto di vista statico e morfologico, ma anche da un punto di vista dinamico.
Antonio Aliotta
Antonio Aliotta (1881-1964) fu un filosofo e uno psicologo italiano, che ebbe come maestro Francesco De Sarlo. Lavorò nel laboratorio di Psicologia sperimentale di Firenze fondato dal suo maestro, dove poté svolgere diverse ricerche sulla "memoria immediata", o memoria a breve termine, e sulla percezione del tempo.
La misura in psicologia
Egli affrontò inoltre il problema della misura in psicologia, nella sua opera La misura in psicologia sperimentale del 1905, nella quale chiarì il senso da attribuire alla misurazione in psicologia rispetto alle altre scienze come ad esempio la fisica.
Era sua opinione che i fenomeni psichici non potessero essere soggetti ad analisi quantitative dirette e realistiche, come invece poteva avvenire per i fenomeni fisici. L'evento psichico infatti non poteva essere misurati di per sé, e ad essere misurato era invece qualcosa di "fisico" collegato ad esso. L'uso della matematica all'interno della disciplina psicologica poteva essere utile, ma solamente se si fosse considerata la misura come il risultato di un sistema convenzionale inventato con il fine di dare un valore quantitativo a fenomeni di natura qualitativa.
Egli assunse quindi un atteggiamento critico nei confronti della psicologia sperimentale e quantitativa, ma la sua concezione si allontanava sia dal pensiero dei positivisti che da quello dei neoidealisti.
Influenza su Cesare Musatti
Lo psicoanalista Cesare Musatti, di cui parleremo in seguito, frequentò le lezioni di Antonio Aliotta tenute all'Università di Padova, lezioni che lo resero sensibile alle problematiche epistemologiche, su cui scrisse due opere: La psicologia come scienza (1924) e Analisi del concetto di realtà empirica (1926). In questi lavori Musatti sostenne la netta separazione tra scienza e filosofia.
Alcune opere degli autori
Bibliografia
Cimino G., & Dazzi N. (A cura di) La psicologia in Italia: i protagonisti e i problemi scientifici, filosofici e istituzionali (1870-1945), Milano: Led.
Dazzi, N., Lombardo, G.P. Le origini della psicologia italiana. Bologna: Il Mulino.
Cimino C. Foschi R. Percorsi di storia della psicologia italiana, Edizioni Kappa, 2015
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