La scuola di Padova

Il fallimento nella successione della cattedra di Padova come prefigurazione della crisi degli anni trenta

L’Università di Padova ebbe un ruolo significativo nello sviluppo della psicologia sperimentale. Dal 1881 al 1909 Roberto Ardigò aveva occupato la cattedra di Storia della filosofia, e aveva cercato di far sostituire la sua cattedra con una di psicologia sperimentale, ma senza successo.

Sempre a Padova, aveva insegnato Antonio Aliotta dal 1913 al 1919, quando, grazie al sostegno di De Sanctis, ricevette l’incarico dalla Facoltà filosofica di Padova di un corso di psicologia sperimentale. Nella stessa, Benussi otterrà nel 1922 una cattedra di psicologia sperimentale. La chiamata di Benussi a Padova rafforzò la collaborazione con De Sanctis, ed il rapporto tra i due studiosi si interruppe solo con la morte di Benussi, avvenuta nel 1937. Musatti, allievo di Benussi, prese poi la libera docenza in psicologia e venne nominato direttore incaricato del laboratorio.

Alla morte di Benussi, i suoi colleghi psicologi tentarono di mantenere, senza successo, la cattedra di Psicologia sperimentale. Agostino Gemelli scrisse sia a De Sanctis che a Federico Kiesow, per sollecitarli a muoversi tempestivamente per far si che la cattedra rimasse alla psicologia.

I nomi che Gemelli indicò a De Santis per la successione alla cattedra furono quelli di Mario Ponzo, Enzo Bonaventura, Alessandro Gatti e Giulio Cesare Ferrari. Agostino Gemelli scisse in seguito a Kiesow che le vere motivazioni dell’insuccesso del mantenimento della cattedra, si trovassero sia nell’opposizione dell’Università di Padova, la quale avrebbe accolto al massimo De Sanctis, ma anche nella politica del Ministro Pietro Fedele, che voleva contenere i posti di ruolo e minacciava anche le cattedre di Colucci e Kiesow. De Sanctis preciserà inoltre, in una lettera del luglio 1928 ad Agostino Gemelli, che il filosofo spiritualista Bodrero, il quale si era attivato per la questione della cattedra di psicologia di Padova, desiderava ridimensionare la Psicologia in favore di altre discipline.

Il fallimento nel reintegrare la cattedra di Benussi è molto importante dal punto di vista storico, perché esso prefigura la crisi della psicologia in Italia che si manifestò negli anni trenta. Tutta la prima generazione degli psicologi sperimentalisti non sarà infatti reintegrata e con il Regio Decreto del Ministro dell’Educazione Nazionale Giuseppe Bottai la denominazione stessa di “Psicologia sperimentale”, verrà sostituita da quella di Psicologia, che rimarrà in vigore anche negli anni del secondo dopoguerra.

 

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Bibliografia

Cimino G., & Dazzi N. (A cura di) La psicologia in Italia: i protagonisti e i problemi scientifici, filosofici e istituzionali (1870-1945), Milano: Led.

Dazzi, N., Lombardo, G.P. Le origini della psicologia italiana. Bologna: Il Mulino.

Cimino C. Foschi R. Percorsi di storia della psicologia italiana, Edizioni Kappa, 2015



Sitografia

https://web.uniroma1.it/archiviostoriapsicologia/

https://www.aspi.unimib.it/

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