Introduzione alla storia della psicologia italiana

Introduzione alla Storia della Psicologia italiana

La storia della psicologia italiana si sviluppa a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, caratterizzata dalla cultura positivista e da un interesse verso le scienze umane. Si deve a Roberto Ardigò l’aver delineato l’oggetto di studio della psicologia, al lavoro antropologico di Giuseppe Sergi lo studio maturato verso le funzioni psichiche, al contributo di Gabriele Buccola lo sviluppo di ricerche sperimentali di psicologia.

Vennero istituite nel 1905 le prime tre cattedre di psicologia nelle Università di Roma, Napoli e Torino, affidate rispettivamente a Sante De Sanctis, Cesare Colucci e Federico Kiesow. Nello stesso anno venne organizzato a Roma il V Congresso Internazionale di Psicologia presieduto da Sergi e ci fu la nascita della Rivista di Psicologia fondata da Giulio Cesare Ferrari. Si cercò poi di superare il riduzionismo fisiologistico di fine Ottocento, a cui contribuì lo psicologo e filosofo Francesco De Sarlo, fondatore del laboratorio fiorentino di psicologia. L’Università di Padova rappresentò inoltre una delle istituzioni che influirono maggiormente nello sviluppo della psicologia in Italia, dove lavorarono studiosi come Vittori Benussi e Cesare Musatti, i cui studi portarono le tematiche della Psicologia della Gestalt  e della Psicoanalisi in Italia.

Occorre inoltre ricordare l’Opera di Agostino Gemelli nei primi decenni del Novecento, a cui si deve la creazione a seguito della prima guerra mondiale di una cattedra e di un laboratorio di Psicologia presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, da lui fondata. Nella Storia della Psicologia italiana è possibile tracciare tre diversi periodi; un iniziale periodo definito di “incubazione”, che fa riferimento agli ultimi trent’anni dell’Ottocento, un periodo detto di “nascita”, che fa riferimento ai primi tre decenni del novecento, un periodo di “difficoltà”, negli anni Trenta e Quaranta, e un periodo di “rinascita e maturità”, che si sviluppa nel secondo dopoguerra e nei decenni successivi. Il periodo di incubazione, o gestazione, fu caratterizzato da un processo complesso che iniziò a porre le basi per la formazione della psicologia come scienza autonoma. Il secondo periodo costituì un addensamento di tutte le conoscenze psicologiche sviluppate negli ultimi trent’anni dell’Ottocento. Dagli anni Venti fino alla seconda guerra mondiale la psicologia non si sviluppò come le premesse avevano fatto sperare, e andò invece incontro ad un periodo che molti storici hanno definito di “crisi”, dovuta ad un clima filosofico-culturale sfavorevole alla psicologia sperimentale e scientifica, in cui prevalse invece il pensiero neoidealista di Croce e Gentile. L’ultimo periodo corrispose alla fine delle seconda guerra mondiale e alla fondazione della Repubblica italiana nel 1946. A poco a poco, ripresero i corsi di psicologia generale e applicata nelle università, e vennero bandite nuove cattedre che aumentarono in tutti gli anni Sessanta e Settanta, fino ad esplodere negli anni Ottanta e Novanta. Ripresero inoltre le attività dei laboratori di ricerca di psicologia sperimentale, i quali cercarono sempre più una connessione con gli studi di psicologia portati avanti a livello internazionale.






Bibliografia

Cimino G., & Dazzi N. (A cura di) La psicologia in Italia: i protagonisti e i problemi scientifici, filosofici e istituzionali (1870-1945), Milano: Led.

Dazzi, N., Lombardo, G.P. Le origini della psicologia italiana. Bologna: Il Mulino.

Cimino C. Foschi R. Percorsi di storia della psicologia italiana, Edizioni Kappa, 2015



Sitografia

https://web.uniroma1.it/archiviostoriapsicologia/

https://www.aspi.unimib.it/

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