Psicologia della forma e Psicoanalisi in Italia nel XX secolo
In questo articolo vengono presentati due autori che si dedicarono allo studio della Psicologia della percezione e della Psicoanalisi in Italia nel XX secolo: Vittorio Benussi (1878-1927) e Cesare Musatti (1897-1989).
Vittorio Benussi (1878-1927)
Nato a Trieste, si laureò in Filosofia nel 1901. Fu esponente della scuola di Graz di Alexius Meinong e studiò poi alla scuola di Roma con Sante De Sanctis.
Nel 1906 ottenne la libera docenza e iniziò ad occuparsi della percezione delle Gestalten, del movimento apparente, della psicologia del tempo e della psicologia del confronto.
Il processo di percezione dell'oggetto
Benussi si dedicò a fondo al processo di percezione dell'oggetto utilizzando l'introspezione sottoposta a controllo sperimentale.
Negli studi sulla percezione visiva, il metodo consisteva nel variare sistematicamente l'atteggiamento psicologico del soggetto-osservarore di fronte all'oggetto-stimolo che rimaneva costante, per analizzare poi le modifiche nella percezione soggettiva dell'oggetto.
Le conclusioni furono che, a condizioni costanti di presentazione degli oggetti-stimolo, la loro rappresentazione percettiva non risultava univoca, ma dava luogo ad una varietà di forme di percezione differenti che dipendevano dallo stato psichico del soggetto, secondo il principio di plurivocita` formale.
La prospettiva psicodinamica
Nell'Università Padovana Benussi si dedicò allo studio dell'apparato psichico con l'uso di tecniche ipnotiche e della suggestione con una prospettiva psicodinamica. Il suo interesse verso la teoria psicoanalitica è rintracciabile nei testi delle lezioni raccolte dall'allieva Silvia De Marchi, nel volume Suggestione e psicoanalisi (1932). Benussi portò importanti contributi sperimentali e psicofisiologici sulla suggestione, in quanto il suo interesse verso la psicoanalisi non fu separato dallo sperimentalismo.
Fu tra i primi ad occuparsi di psicoanalisi in Italia, ed ispirò il suo allievo Cesare Musatti, che scrisse l'opera Lezioni Padovane e il Trattato di Psicoanalisi, lavori che rappresenteranno per molti anni due punti di riferimento nella formazione degli psicoanalisti italiani.
Cesare Musatti(1897-1989)
Musatti fu allievo di Benussi. Si laureò in filosofia con una tesi dal titolo Geometrie non euclidee e problema della conoscenza scientifica. Alla morte di Benussi nel 1927 Musatti gli succedette nella direzione del laboratorio di Padova e nell'insegnamento della psicologia sperimentale tenuto per incarico e non per cattedra.
Le problematiche epistemologiche
Nel 1924 scrisse La psicologia come scienza e nel 1926 il libro Analisi del concetto di realtà empirica. opere nelle quali sostenne la netta separazione tra filosofia e scienza. La filosofia aveva il compito di affrontare questioni ontologiche e gnoseologiche, mentre la scienza avrebbe dovuto costruire una realtà empirica ordinata. La scienza psicologica allo stesso modo avrebbe dovuto costruire la propria realtà empirica, occupandosi dei fenomeni "esterni" del mondo fisico e di quelli "interni" del mondo psichico. Fu spinto ad occuparsi del problema epistemologico grazie alle lezioni del filosofo e psicologo Antonio Aliotta.
Le ricerche sulla percezione e la psicoanalisi
Si dedicò soprattutto a ricerche di psicologia della percezione e di psicoanalisi, divenendo in entrambi i settori uno dei maggiori esperti italiani.
Nell'ambito delle indagini sperimentali Musatti studiò la natura della percezione tridimensionali di oggetti bidimensionali in movimento, i "fenomeni stereocinetici".
Bibliografia
Cimino G., & Dazzi N. (A cura di) La psicologia in Italia: i protagonisti e i problemi scientifici, filosofici e istituzionali (1870-1945), Milano: Led.
Dazzi, N., Lombardo, G.P. Le origini della psicologia italiana. Bologna: Il Mulino.
Cimino C. Foschi R. Percorsi di storia della psicologia italiana, Edizioni Kappa, 2015
Sitografia
https://web.uniroma1.it/archiviostoriapsicologia/
https://www.aspi.unimib.it/
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