Sia la scuola Junghiana che Freudiana ancora oggi esistono nel mondo come scuole di formazione di psicoanalisi.
Jung nacque nel 1875 in Svizzera, suo padre era un pastore protestante mentre la famiglia della madre era molto legata allo spiritismo e alla medianità.
Il nonno materno era un pastore protestante dedito all'occultismo mentre la madre era una medium con gravi problemi nervosi, mentre il nonno paterno era un medico molto famoso che lavorava a Basilea.
La madre doveva accompagnare suo padre alle sedute spiritiche per chiamare in seduta la prima moglie del padre, e a 22 anni ebbe un grande esaurimento nervoso quando Jung aveva solamente tre anni.
Per trovare serenità Jung andava nei boschi e fantasticava, si sedeva su una grande pietra e si rasserenava nel pensiero che questa pietra era eterna ed immortale, e qualcuno di eterno viveva anche in lui.
Jung si laureò con la tesi la psicopatologia dei fenomeni occulti nel 1900, e incontrò poi la figlia di un industriale di Zurigo, Emma Rauschenbach, di cui si innamorò e con cui si sposò.
Durante il suo secondo anno di Università il padre morì e questo cambiò la vita di Jung, perché lì nacque la sua decisione di iscriversi a Psichiatria e diventare uno psichiatra.
Così entro all'ospedale di Zurigo, dove lavorò come aiutante di Bleuler, presso il quale si era specializzato a sua volta Freud.
In questo ospedale c'erano circa 400 malati psichiatrici, trattati da pazienti affetti da demenza precoce, gestiti solamente da cinque medici. Fu Bleuler a chiamare in seguito schizofrenia questa forma di demenza precoce.
Divergenze con Freud e peculiarità della psicologia analitica
Jung fu allievo di Freud e tra i due nacque un'amicizia, tanto che Freud lo considerava come l'allievo che sarebbe stato in grado di portare avanti l'eredità del suo pensiero. Nel 1910 Jung divenne infatti presidente dell'Associazione psicoanalitica internazionale e direttore della rivista ufficiale della società psicoanalitica. In seguito però, tra Jung e Freud si vennero a creare dei contrasti a causa delle loro differenti vedute. Al quarto congresso dell'Associazione Psicoanalitica svoltosi a Monaco nel 1913 i contrasti tra i due crebbero al punto che lo stesso anno Jung si dimise dalla carica di direttore della rivista e nel 1914 si dimise dal ruolo di presidente dell'Associazione. Jung operò quindi una vera e propria rottura con il maestro, e i punti di rottura fondamentali erano relativi al concetto di libido e al concetto di inconscio.
Secondo Freud la libido era un'energia di natura sessuale che avrebbe determinato gran parte del comportamento.
Secondo Jung invece la libido non era solo di natura sessuale ma poteva anche essere di altra natura. Egli quindi indicava un valore energetico suscettibile di comunicarsi ad una qualsiasi sfera di attività senza riferirsi ad un impulso specifico. La libido poteva essere legata per cui alla fame, alla sessualità, alla potenza, all'odio, alla religione e così via.
Per quanto riguarda l'inconscio, secondo Freud l'inconscio era solamente individuale e rimandava ad un rimosso in una fase infantile che determinava l'inconscio individuale stesso, il quale avrebbe influenzato la crescita e condizionato nelle scelte della vita. Per Jung invece esisteva un inconscio collettivo frutto dell'unione di un'ontogenesi e una filogenesi, cioè il processo psichico individuale che si sarebbe incrociato con un processo psichico collettivo dell'umanità.
Nel secondo saggio di Trasformazioni e simboli della libido Jung metteva in discussione il primato della sessualità. Anche la concezione Junghiana del sogno divergeva da quella Freudiana. Jung non escludeva l'idea che il sogno potesse rappresentare l'appagamento di un desiderio, ma descriveva più propriamente il contenuto del sogno come compensatorio alla vita cosciente quotidiana, ovvero come rappresentante di qualcosa che mancava al sognatore nel presente. Il sogno rifletteva le condizioni psicologiche attuali del sognatore, e piuttosto che focalizzarsi sul passato, il sogno poteva riferirsi addirittura al futuro. Il sogno aveva quindi una funzione prospettica, ovvero la funzione di suggerire una possibile prossima svolta nella vita dell'individuo.
Jung aveva inoltre messo sullo stesso piano il lavoro di Freud e quello di Alfred Adler, in quanto partiva dal presupposto che entrambi proponessero una visione coerente della psicopatologia ed entrambi mostravano un'applicazione terapeutica efficace. Jung si mise quindi davanti alla questione della convivenza di differenti teorie e pratiche psicoterapeutiche efficaci, chiedendosi proprio come queste potessero coesistere. Secondo Jung innanzitutto gli uomini sarebbero stati caratterizzati da personalità diverse, che erano riconducibili a un certo numero di tipi psicologici. Inoltre ogni teoria psicologica avrebbe riflettuto gli interessi, i conflitti e la personalità del proprio ideatore. Anche se l'ideatore avrebbe potuto formulare una teoria generalizzabile non sarebbe comunque riuscito a trascendere le caratteristiche del proprio tipo psicologico. La possibilità quindi di costruire una teoria che tenesse conto di tutti i diversi tipi psicologici sarebbe stato il compito della psicologia del futuro.
I tipi illustrati da Jung inizialmente erano due: introverso ed estroverso.
INTROVERSO: individuo tendente a focalizzarsi sul proprio mondo interno maggiormente che sui rapporti sociali.
ESTROVERSO: individuo che privilegia i contatti con altri esseri umani che con il proprio mondo interno.
Secondo Jung la psicopatologia dell'introverso veniva spiegata maggiormente dalla teoria Adleriana mentre la psicopatologia dell'estroverso dalla teoria freudiana. Infatti la psicopatologia dell'introverso poteva trovare la sua origine nel senso di inferiorità organico descritto da Adler, mentre la psicopatologia dell'estroverso poteva trovare la sua origine in problematiche legate alla sfera della sessualità.
Questo era quindi un tentativo da parte di Jung di ricondurre le teorie psicodinamiche alla psiche dei rispettivi autori. Questo tentativo comunque sia risultò abbastanza forzato e primitivo, in quanto le teorie di Adler e di Freud venivano forzate all'interno dello schema.
Vediamo adesso la struttura della psiche in Jung. Egli postulava l'esistenza di una psiche collettiva, e questo apriva alla teorizzazione di quattro classi di contenuti mentali:
A. La personalità individuale cosciente: l'Io.
B. Un inconscio individuale.
C. L'inconscio collettivo.
D. Un segmento della psiche collettiva con cui l'individuo si identifica assecondando le istanze della società (ruolo sociale): la Persona.
Vediamo nel particolare l'inconscio individuale, che comprendeva:
- Quanto l'individuo aveva rimosso nel corso della vita e in esso Jung identificò l'Ombra, ovvero ciò che non si sarebbe voluto essere ma che rimaneva comunque parte della propria personalità.
- Una dimensione controsessuale, ovvero l'Anima, la parte femminile nell'uomo, e l'Animus, la parte maschile nella donna.
- Un nucleo progettuale: il Sé. Secondo Jung questo era l'aspetto della personalità presente in potenza, verso cui l'individuo avrebbe cercato di andare nel corso della sua vita attraverso un processo maturativo e di auto-realizzazione che Jung definì processo di individuazione.
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