Sigmund Freud è il padre fondatore della psicoanalisi, anche detta psicologia del profondo, in quanto essa fa riferimento a meccanismi psichici interiori di tipo inconscio.
1.1 Sigmund Freud (1856-1939)
Sigmund Freud nasce il 6 maggio 1856 in Germania, da una famiglia ebrea di mercanti di lana. Nel 1860 la famiglia si trasferì a Vienna. città nella quale Freud compì tutti i suoi studi, laureandosi all'Università di Vienna in medicina nel 1881. Lavorò poi nel laboratorio di anatomia comparata di Karl Kraus, nella stazione zoologica di Trieste e nell'Istituto di fisiologia sotto la direzione di Ernst W. von Brucke, dove fece la conoscenza di Josef Breuer (1842-1925). Nel 1882 Freud iniziò ad esercitare la professione di medico nell'Ospedale generale di Vienna, con incarichi che includevano il reparto psichiatrico e quello di malattie nervose. Divenne in seguito, nel 1885, libero docente in neuropatologia. Un periodo di fondamentale importanza per gli studi di Freud fu quello che passò all'ospedale La Salpetrière di Parigi, dove seguì le lezioni di Jean-Martin Charcot sull'isteria. In seguitò sposò Martha Bernays, con cui ebbe sei figli, tra cui la figlia Anna Freud che seguì le orme del padre nello studio della psicoanalisi. Freud divenne in seguito direttore del reparto neurologico dell'istituto pediatrico pubblico di Vienna. Le prime opere pubblicate da Freud furono di stampo neurologico, e solo in seguito alla pubblicazione di Studi sull'isteria, lavoro compiuto insieme a Josef Breuer, che gli scritti di Freud cominciarono a farsi sempre più lontani dagli aspetti neurologici, mentre invece si avviava in Freud quella parte della sua vita dedicata interamente allo studio della Psiche. Scrisse così L'interpretazione dei sogni, opera con cui ebbe inizio la sua Teoria della psicoanalisi. Tra le opere più famose scritte in seguito si ritrovano Psicopatologia della vita quotidiana, Tre Saggi sulla teoria sessuale, Introduzione alla Psicoanalisi. Nel 1923 fu diagnosticato a Freud un cancro alla bocca, malattia che lo portò a subire diversi interventi chirurgici fino a che non poté più essere curato e lo portò alla morte nel 1939. Nel 1933 a causa del regime nazista, i libri di Freud vennero bruciati nel 1938 il fondatore della psicoanalisi fu costretto a lasciare Vienna per rifugiarsi a Londra. La morte di Freud avvenne nel settembre del 1939, perché a causa del troppo dolore dovuto alla malattia, egli chiese al suo fedele medico di interrompere quella "tortura" con una forte dose di morfina. Così morì il padre fondatore della psicoanalisi Sigmund Freud, il 23 settembre 1939.
1.2 Freud: dagli studi sull'isteria alla nascita della società internazionale di psicoanalisi
Sigmund Freud è il fondatore della psicoanalisi, riconosciuto come uno degli esponenti più rilevanti per la psicologia del Novecento. Laureato in medicina a Vienna, si recò in Francia grazie alla vincita di una borsa di studio, dove il neurologo Charcot compieva ricerche sull'isteria. Il neurologo trattava la patologia con l'uso dell'ipnosi, una pratica che permetteva ai pazienti di rievocare ricordi traumatici infantili, e che, in seguito, fermava temporaneamente l'espressione dei sintomi. L'osservazione di questi studi fu di fondamentale importanza per Freud, che rimase molto colpito dalla capacità della trance ipnotica di far rievocare ricordi infantili ma, ancor di più, dal fatto che al risveglio non poteva esser ricordato nulla di quanto era riemerso. Infatti, queste ricerche portarono Freud a chiedersi cosa fosse l'io coscente e ad iniziare a comprendere la presenza di una parte inconsapevole nella mente umana. Seguitamente, Freud lavorò con il neurologo Breuer, il quale seguiva una paziente affetta da isteria di nome Anna O. La donna, una volta entrata in trance ipnotica, poteva ricordare eventi traumatici risalenti alla prima infanzia, e Freud osservò che questi eventi erano fondamentalmente di natura sessuale. Breuer e Freud però, avevano un'opinione differente rispetto al perché i ricordi venivano rimossi dalla coscienza. Breuer riteneva che le memorie venissero rimosse in quanto troppo dolorose per l'individuo, incapace quindi di integrarle nella propria coscienza. Freud parlava invece di 'fatto originario', intendendo con questo il trauma iniziale, che veniva rimosso non perché troppo doloroso, ma perché inaccettabile per la coscienza, in quanto inaccettabile per la società. Il fatto originario non era infatti necessariamente un evento effettivamente avvenuto, ma poteva semplicemente trattarsi delle fantasie sessuali dell'individuo in età infantile, che aveva dovuto reprimere in quanto la sessualità naturale del bambino non era stata accettata dai genitori. Qui, Freud iniziò a delineare la sua teoria sulla sessualità del bambino, che verrà poi da egli definito come 'perverso polimorfo'. Inoltre, Freud delineo` definitivamente il suo concetto di mente conscia e inconscio. Lo psichiatra iniziò poi a lavorare con pazienti suoi propri, e cercò di portare le scoperte da lui fatte, davanti al più vasto mondo della psicologia. Ma gli psicologi dell'epoca, influenzati soprattutto dagli orientamenti psicologici del comportamentismo e del funzionalismo, non compresero la rilevanza delle sue teorie, marginalizzandolo e deridendolo. Questo però, non impedì alle sue scoperte di trovare comunque menti ricettrici che seppero apprezzare la portata del suo pensiero, permettendo a Freud di aprire la società internazionale di psicoanalisi e la prima rivista di psicoanalisi della storia. Tra gli psicologi che parteciparono alla società, occorre certamente ricordare Adler e Jung, quest'ultimo nominato vicepresidente della società stessa. Freud era estremamente legato a Jung, in quanto lo riteneva l'unico esponente della società in grado di portare avanti il lavoro di Freud, di 'ereditarlo'. Molto presto però, andò incontro ad una grande delusione: Jung decise di staccarsi dalla società del padre della psicoanalisi. Questa decisione era stata dettata dalla profonda differenza di vedute dei due psichiatri, in particolare, dal fatto che Freud non accettava alcune teorie innovatrici di Jung, pensando che queste avrebbero potuto mistificare il lavoro della psicoanalisi, e dalla non condivisione da parte di Jung della teoria sul 'complesso di Edipo'. Jung si distacco` così definitivamente da Freud e diede inizio alla psicologia analitica. Anche Adler decise di allontanarsi dalla società internazionale di psicoanalisi. Da egli invece è possibile affermare che iniziò la psicologia individuale.
Freud e Charcot
Freud e Breuer
1.3 Freud: la nascita della psicoanalisi ed il metodo delle libere associazioni
Il lavoro portato avanti dal padre della psicoanalisi non fu immediato, ma, piuttosto, fu un percorso che attraversò differenti tappe, e che, a poco a poco, porto` alla definitiva costruzione della sua teoria.
Agli inizi Freud cercò di trattare i pazienti con l'uso dell'ipnosi, come aveva appreso dagli studi con Charcot. Ma il risultato non fu quello che gli egli si aspettava, in quanto si accorse di non riuscire di fatto a fare entrare i pazienti in totale trance ipnotica. Decise quindi di adottare una nuova forma di terapia, del tutto innovativa, tanto da essere stata rivoluzionaria: la psicoanalisi.
Questo modo di lavorare con i pazienti era una novità per tutto il mondo della psicologia e Freud aveva in questo modo dato inizio alla figura dello psicologo come oggi lo conosciamo, lo psicologo che nell'immaginario collettivo è seduto su una poltrona con in mano un taccuino, mentre il paziente sdraiato sopra un lettino racconta al terapeuta i suoi vari problemi. Chiaramente, la psicologia di oggi è andata molto avanti nelle ricerche e molte teorie di Freud sono state superate mentre molte altre ne sono nate, per cui il lavoro dello psicologo di oggi è molto diverso in realtà rispetto all'immaginario collettivo.
Oltre all'aspetto formale della psicoanalisi, a causa della fallacia che aveva dimostrato il suo lavoro con l'ipnosi, egli ideò un nuovo metodo per la terapia: il metodo delle libere associazioni.
Il metodo consisteva nel chiedere al paziente di dire ad alta voce qualunque parola e pensiero egli avesse in mente nell'esatto momento in cui gli veniva richiesto dal terapeuta, senza vergogna, senza timore e senza filtri. Freud era infatti convinto che in questo modo si potesse entrare in contatto con la parte inconscia dell'individuo.
1.4 L'analisi dei sogni
Una svolta fondamentale avvenne per Freud quando comprese che gli eventi traumatici all'origine dei sintomi non erano necessariamente reali, ma potevano invece anche essere costituiti da fantasie. Comprese inoltre che il sogno rappresentava una via diretta per aggirare la rimozione. Nel sogno potevano esprimersi i desideri inconsci inaccettabili alla normale coscienza, perché le difese si indebolivano così come accadeva durante la trance ipnotica. Durante il sogno questi desideri venivano camuffati, e vi era quindi un compromesso tra la forza che avrebbe portato il desiderio alla coscienza e quella che ne avrebbe invece bloccato l'accesso.
In l'interpretazione dei sogni (1899), Freud si mise alla scoperta dei propri stessi sogni per tentare di decifrarli, e cercò inoltre di chiarire il significato dei sogni raccontatigli dai suoi pazienti. Una volta al risveglio, il sogno sarebbe apparso senza logica o coerenza, ma la tecnica delle libere associazioni avrebbe condotto al contenuto latente del sogno, ovvero alle rappresentazioni rimosse e ai ricordi nascosti. Lo scopo del sogno era dunque quello di appagamento allucinatorio dei desideri repressi, in una forma accettabile alla coscienza, una forma che ne costituiva il contenuto manifesto. Nell'analisi del sogno lo psicoanalista doveva andare oltre ciò che il paziente raccontava, e ricercare ciò che vi si celava dietro.
Secondo Freud, i sogni rappresentavano soddisfacimenti camuffati di desideri conflittuali. Durante il sogno, infatti, le difese che avrebbero limitato l'accesso alla coscienza dei desideri proibiti si potevano indebolire, così come avveniva nella trance ipnotica. Questi desideri infatti, non avrebbero potuto essere rappresentati direttamente nel sogno, perché questo ne sarebbe risultato disturbato. Era necessario quindi che si creasse un compromesso tra la forza che portava il desiderio alla coscienza, e quella che invece ne bloccava l'accesso. Il desiderio poteva essere rappresentato nel sogno in una forma camuffata; Freud definì infatti un contenuto manifesto e un contenuto latente nel sogno. Il contenuto manifesto corrispondeva a quella parte del sogno che si rendeva manifesta, ovvero la storia e gli elementi che venivano ricordati dal sognatore. Il contenuto latente invece, corrispondeva al vero significato di quella storia e di quegli elementi, il quale veniva mascherato e rappresentato, appunto, nel contenuto manifesto. Il processo di distorsione del sogno coinvolgeva, secondo Freud, meccanismi molto complessi che avrebbero avuto la funzione di trasformare i contenuti onirici latenti in immagini accettabili, che apparentemente sembravano sconnesse tra loro e prive di significato.
Durante l'analisi dei sogni, ogni elemento del contenuto onirico manifesto, doveva essere isolato per poterlo utilizzare nella produzione di associazioni, le quali sarebbero state in grado di far emergere i pensieri patogeni dal profondo.
I meccanismi che avrebbero regolato il sogno erano secondo Freud:
1. condensazione: diversi pensieri latenti vengono combinati all'interno di un unico elemento
2. spostamento: la carica emotiva viene spostata da un pensiero ad un altro
4. rappresentazione plastica: il materiale psichico subisce un adattamento che trasforma i pensieri del sogno in immagini visive, discorsi, linguaggio.
4. elaborazione secondaria: il sogno si presenta al risveglio come un racconto coerente ed ordinato che è possibile raccontare
Un quinto meccanismo viene introdotto da Freud in un secondo tempo, il meccanismo di drammatizzazione: trasformazioni di pensieri nella loro messa in scena.
1.6 Il caso di Dora
Inizialmente Freud aveva difficoltà a calarsi nella relazione terapeutica, e si limitava ad osservare l'altro dall'esterno. Il ricordo rappresentava infatti una "cosa" che il paziente doveva recuperare, e non un fenomeno da considerarsi nella relazione tra terapeuta e paziente. La resistenza a recuperare il ricordo veniva quindi interpretata come opposizione, e non come una naturale manifestazione delle difficoltà che possono emergere nell'interrogarsi su se stessi in relazione all'altro. Nonostante le difficoltà, Freud iniziò ad intuire l'esistenza di relazioni simboliche tra il sintomo ed il conflitto che lo aveva generato, relazioni che non sarebbero state però immediatamente afferrabili, ma avrebbero invece richiesto una elaborazione, soprattutto dove il conflitto originario produceva sintomi fisici.
Per Freud fu fondamentale la presa di coscienza che gli eventi traumatici all'origine dei sintomi non erano necessariamente reali, ma potevano anche essere il frutto di fantasie. In questo modo l'attenzione di Freud si diresse verso il concetto di desiderio inconscio. Secondo Freud i sogni potevano essere considerati come soddisfacimenti camuffati di desideri conflittuali.
Freud ebbe in cura per un breve periodo una paziente di nome Dora, da cui pervenne ad osservazioni che lo convinsero dell'esistenza di legami tra lo sviluppo della prima infanzia e i conflitti attuali del paziente. Così iniziò a delinearsi il concetto di continuità della mente. Questo concetto è fondamentale in Sigmund Freud per comprendere lo sviluppo della mente e le sue deviazioni, i dinamismi e i conflitti.
Dora presentava diversi sintomi fin dall'infanzia. A otto anni ad esempio aveva sofferto di dispnea e a dodici di emicrania cronica. Inoltre, sempre nell'infanzia, erano iniziati i suoi episodi di tosse.
Quando Dora cercò Freud aveva diciotto anni, e il suo quadro clinico era caratterizzato da depressione, irritabilità, idee di suicidio e la sua storia familiare era molto complicata. Suo padre era l'amante di una donna che venne identificata da Freud come "la signora K", relazione di cui Dora era consapevole, mentre la madre di Dora era una persona praticamente invisibile, che svolgeva il ruolo di casalinga. Dora aveva lavorato come babysitter presso la coppia di coniugi del Signor K. e della signora K. Da parte di quest'ultimo Dora riferì a Freud di aver ricevuto diverse avances, da quando tra l'altro Dora aveva solo quattordici anni.
Secondo Freud nell'inconscio di Dora sarebbero esistiti sia desideri sessuali rimossi verso suo padre, che verso il Signor K, ma anche verso la signora K.
L'isteria di Dora era, sempre secondo Freud, dovuta alla gelosia che era nata in lei a causa del legame tra la signora K. e il padre, ma anche come una reazione ai sentimenti ambivalenti che si erano venuti a creare in Dora a causa degli approcci sessuali del signor K. verso di lei.
Dopo soli tre mesi però Dora interruppe la terapia, il cui trattamento venne quindi considerato da Freud come un fallimento. Allo stesso tempo però, il caso di Dora fu estremamente importante per la formazione del pensiero di Freud, in quanto gli permise di comprendere il fenomeno del transfert, la cui mancata comprensione aveva secondo Freud determinato il fallimento della terapia.
Sempre dal periodo con la paziente Dora, Freud intuì che il significato completo dei ricordi è comprensibile solo al termine del trattamento. Capì inoltre che le condizioni sociale e umane del paziente sono importanti tanto quanto i suoi sintomi somatici, che il sogno è una delle vie indirette per aggirare la rimozione e che i sintomi non sono manifestazioni di traumi, ma i segnali di conflitti attuali e pregressi.
1.7 Il Determinismo Psichico
1.8 Lo sviluppo psicosessuale del bambino
1.9 Il complesso di Edipo
Il complesso di Edipo ebbe per Freud un ruolo fondamentale nella strutturazione della personalità. Secondo Freud ogni bambino avrebbe provato sentimenti ambivalenti per il genitore dello stesso sesso, sentimenti di tenerezza ma anche di ostilità, poiché il genitore veniva percepito come un rivale nella conquista del genitore di sesso opposto.
Infatti, nei confronti di questi, il bambino avrebbe iniziato presto a nutrire desideri erotici. Il genitore di sesso opposto costituisce quindi il primo oggetto d'amore.
La soluzione del complesso di edipo si sarebbe verificata quando il bambino avrebbe rinunciato al desiderio incestuoso, e avrebbe iniziato l'identificazione con il genitore dello stesso sesso.
Il complesso edipico rappresenta l'episodio centrale della fase fallica dello sviluppo, anche se percorre tutto lo sviluppo infantile.
1.10 Freud: la prima e la seconda topica
Freud mise appunto un tentativo di elaborare una "metapsicologia", una "teoretica del profondo" in grado di individuare i fondamenti fisico-biologici dell'inconscio.
Il modello topico di Freud, o quello che viene indicato come prima topica, si componeva di tre istanze: inconscio, preconscio e conscio.
Inconscio: conteneva tutte le idee e i sentimenti inaccettabili, che non potevano essere compresi dallo psicoanalista tramite il metodo delle libere associazioni e l'analisi dei sogni
Preconscio: conteneva idee e sentimenti accettabili e quindi quasi coscienti
Conscio: conteneva idee e sentimenti accettabili e sempre coscienti
Il modello strutturale, o seconda topica, si componeva di tre parti, e andava a caratterizzare la personalità: il Super-io, l'Io e l'Es.
Il super-io rappresenta l'autorita` interiorizzata in età infantile, le regole date dai genitori e dalla società. È prevalentemente inconscio.
L'io rappresenta la parte cosciente del sé con cui l'individuo si identifica.
L' Es invece è costituito da tutte le pulsioni sessuali e aggressive che si muovono nell'inconscio di ognuno.
L' io funziona fondamentalmente da mediatore tra le imposizioni del Super-io e le esigenze dell'Es. Lo sviluppo della personalità viene definito sviluppo 'psico-sessuale', in quanto suddiviso in tappe evolutive in base al cambiamento nella sessualità del bambino durante la crescita.
1.11 Dualismo Pulsionale
I fenomeni psichici erano secondo Freud il risultato di forze tra loro antagoniste. Inizialmente Freud sottolineò la conflittualità presente tra l'Io e le pulsioni libidiche, o sessuali, mentre in seguito indicò il conflitto tra Eros e istinto di morte. Per cui non era più soltanto la pulsione sessuale la causa della psicopatologia, ma vennero considerate dal padre della psicoanalisi la pulsione di morte e la pulsione di vita. Venne così a formularsi la teoria del dualismo pulsionale, per cui ciò che viene rimosso dalla coscienza non era solo formato da desideri sessuali, ma da una vera e propria distruttività selvaggia che sarebbe derivata dalla pulsione di morte. Questa pulsione si sarebbe espressa nel Super-io, il quale avrebbe afflitto l'io con il senso di colpa e avrebbe portato l'io a rivolgere contro di sé questa distruttività interna. In questa visione la rimozione rappresentava una forma di controllo sociale in grado di salvare gli uomini da loro stessi, e la salute mentale sarebbe potuta sussistere non in assenza di rimozione, ma con una presenza modulata della rimozione stessa, in modo da riuscire a soddisfare le proprie pulsioni senza però far si che le pulsioni aggressive e le spinte pulsionali potessero prendere il sopravvento.
1.13 Discepoli, varianti e rotture
Fin dall'inizio Freud fu circondato da discepoli, tra cui si ricordano Otto Rank, Carl G. Jung, Alfred Adler, Karl Abraham, Sándor Ferenczi.
Ma vi furono anche delle rotture molto famose tra Freud e due dei discepoli più vicini al padre della psicoanalisi: Carl G. Jung e Alfred Adler.
Alfred Adler diede molto meno spazio al complesso di Edipo e alla sessualità, ma analizzò invece l'importanza del senso di inferiorità nella nascita delle nevrosi, dando vita ad una nuova corrente psicologica, la psicologia individuale.
Carl Gustav Jung era invece sembrato inizialmente a Freud uno dei candidati migliori per rappresentare la psicoanalisi, tanto che egli lo considerò suo erede. Anche Jung però, presto si distaccò dal padre della psicoanalisi, in quanto anch'egli, così come Adler, dava molta meno importanza alla sessualità nella genesi delle nevrosi. Jung continuò comunque la sua carriera come psicoanalista, e diede vita alla corrente della psicologia analitica.
Altri discepoli invece non entrarono in conflitto con il nucleo centrale della psicoanalisi, ma proposero comunque approcci terapeutici che comportavano varianti della teoria Freudiana.
Tra questi si ricordano Melanie Klein, con la psicologia delle relazioni oggettuali, D.W. Winnicott con i suoi studi sulle relazioni precoci e sulle interazioni madre-bambino, Anna Freud ed Heinz Hartmann con la psicologia dell'io, ed infine il culturalismo, movimento nato negli Stati Uniti, che approfondì il legame tra psicoanalisi, psichiatria, scienze umane, sociologia e antropologia culturale, e in cui si possono collocare esponenti della psicologia del novecento come Karen Horney, Erik Erikson, e anche Erich Fromm.
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