Sviluppo del concetto di Sé

Gli studiosi hanno studiato le caratteristiche del Sé e hanno cercato di verificare a qual età il bambino diventi consapevole della propria identità.



Foto di adamkontor da Pixabay



Sul tema della consapevolezza di sé, Lewis e colleghi [Lewis e Brooks Gunn, 1979; Lewis, 1990] riprendono la classica distinzione tra Io e Me introdotta da James [1882] in ambito filosofico, e parlano di:

un Sé esistenziale: la componente implicita del Sé che organizza l’esperienza

-un Sé categorico, la componente esplicita del Sé che deriva dall’autoconsapevolezza

Gli studiosi ipotizzano uno sviluppo graduale del Sé esistenziale nel primo anno di vita e ritengono che la comparsa di un Sé categorico coincida, intorno ai 2 anni, con l’auto-riconoscimento, e con la capacità di utilizzare alcune semplici categorie esteriori quali il sesso, l’età, i lineamenti e l’aspetto fisico per identificare se stesso.


Contributi successivi sull’evoluzione del Sé hanno sottolineato meglio la distinzione tra

- consapevolezza primaria (essenzialmente fisica e interpersonale). Si fonda su una percezione immediata e precoce che origina dalle informazioni sensoriali e dalla comunicazione. 

consapevolezza secondaria (che richiede capacità rappresentative e riflessive) [Neisser, 1993; Butterworth, 1995]. Questa è fondata sulla capacità di rappresentazione e di autoriflessione. Coincide con il Sé categorico di Lewis e quindi con il concetto che il bambino ha di se stesso e che si sviluppa dopo il secondo anno quando si sviluppano anche le competenze linguistiche. 


Dixon [1957] ha notato che, fino a 4-5 mesi, i piccoli sono fortemente attratti non dalla propria immagine ma  dall’immagine della madre riflessa dallo specchio. Nei mesi successivi cominciano a comprendere che esiste una relazione tra sé e ciò che vedono e tra i 12 e i 18 mesi sviluppano la capacità di riconoscersi.


Per parlare di auto-riconoscimento vero e proprio però è importante che il bambino percepisca la propria immagine fisica e la riconosca come stabile e continua nel tempo e nello spazio.  


Lewis e Brooks-Gunn [1979] hanno usato un paradigma di ricerca che consiste nell’applicare una macchia rossa sul naso del bambino e poi controllare come reagisce alla sua immagine allo specchio. Se il bambino tocca il proprio naso e cerca di cancellare la macchia, vuol dire che è consapevole non solo che il viso nello specchio è suo, ma anche che la macchia viola non dovrebbe esserci. Tra i 9 e i 12 mesi, i bambini non si toccano il naso né cercano di cancellare la macchia rossa, tra i 15 e i 18 mesi cominciano a farlo in una percentuale oscillante tra il 19% e il 25% e, tra i 21 e i 24 mesi, la maggior parte dei bambini porta la mano al proprio naso. La consapevolezza di sé comincia quindi ad apparire intorno ai 15 mesi e accomuna gran parte dei bambini di età compresa tra i 21 e i 24 mesi.


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