A partire dal lavoro di Louis Sander, psicoanalista e psichiatra del XXI secolo, viene ad affermarsi un nuovo paradigma scientifico, in cui la relazione con la madre è considerata come un sistema diadico bidirezionale fondamentale basato sull'autoregolazione e la regolazione interattiva.
La ricerca in campo evolutivo, a partire dagli anni settanta, ha quindi iniziato a documentare la presenza delle capacità percettive, autoregolative ed espressive innate. Queste capacità predispongono il bambino all'interazione sociale sin dai primi giorni di vita. Inoltre la ricerca ha cercato di dimostrare come l'evoluzione di queste capacità sia influenzata in modo diretto dall'esperienza interattiva ripetuta con le figure genitoriali.
Parliamo più nel particolare delle capacità interattive precoci del bambino:
Il comportamento verso la madre => il neonato si orienta in modo differenziato e preferenziale verso la madre, che viene identificata come il partner privilegiato che coinvolge il bambino nella prima interazione la realtà esterna. Nel periodo prenatale si organizzano gli schemi innati di riconoscimento dell'ambiente materno, mentre nel periodo postnatale si aggiunge la capacità di riconoscimento del latte materno e l'inclinazione a partecipare al contatto visivo con la madre.
Sviluppo dell'intersoggettività
Vi è una predisposizione innata del bambino ad entrare in contatto con le emozioni dell'altro e quindi a condividere l'esperienza soggettiva durante gli scambi comunicativi.
Il suo sviluppo avviene secondo fasi geneticamente predeterminate:
Intersoggettività primaria (primo semestre di vita) => gli indicatori di questa fase sono l'Imitazione precoce e le Protoconversazioni.
Intersoggettività secondaria (secondo semestre di vita) => l'indicatore di questa fase è l'attenzione condivisa.
Imitazione precoce: l'imitazione rappresenta un processo attivo attraverso il quale il bambino corregge le proprie espressioni facciali per farle convergere con quelle dell'adulto.
Protoconversazioni: sequenze comunicative tra madre e bambino finalizzate alla costruzione di un dialogo affettivo
Attenzione condivisa: forma di intersoggettività che riguarda la consapevolezza della condivision e con l'Altro delle intenzioni verso gli oggetti e dei significati reciproci.
Processo di mutua regolazione affettiva
Il bambino ha la capacità di regolare i propri stati, quindi ha la capacità di autoregolazione, ma anche una predisposizione a produrre comportamenti interattivi, quindi possiede un'eteroregolazione.
La madre allo stesso tempo ha l'abilità di interpretare adeguatamente i segnali del figlio.
Le interazioni faccia-a-faccia vedono un 30% circa del tempo impegnato da madre e bambino in scambi coordinati, mentre la metà del tempo residuo si costituisce di tentativi di riparazione di scambi non coordinati, le cosiddette rotture interattive. Nei momenti di rottura interattiva il bambino cerca di ristabilire una riparazione e la madre sensibile è in grado di sintonizzarsi agli stati affettivi del figlio, rispondendo così ai suoi segnali.
Il bambino sviluppa per cui una rappresentazione della relazione come riparabile e una rappresentazione di se stesso come competente a livello interattivo.
I bambini di madri depresse sperimentano invece continui insuccessi di riparazione interattiva. Si viene a formare una rappresentazione personale dell'interazione con la madre come non riparabile e quindi di se stessi come non competenti a livello interattivo. Questo porta alla creazione di modelli relazionali difensivi, in cui vi è un eccesso o una limitazione delle capacità di autoregolazione.
Una nuova immagine del bambino
L'analisi microanalitica dell'interazione diadica precoce fa emergere un'immagine nuova del bambino, molto diversa da quella descritta dalla psicoanalisi.
Le interazioni vengono co-costruite in quanto ogni individuo modula la forma, la durata e l'intensità delle proprie espressioni emotive con l'obiettivo di creare scambi armoniosi e complementari con l'altro.
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